Il valore che gli interlocutori di lingua straniera danno ad un sano modo di vivere, alla partecipazione dei genitori, agli obblighi e ai diritti in campo sociale, ecc. può divergere notevolmente dall’interpretazione dello specialista. In che misura queste differenze, legate al background sociale e culturale, svolgano un ruolo importante all’interno del trialogo dipende dai contenuti del colloquio e dagli obiettivi di quest’ultimo ma anche dal modo di procedere e dall’atteggiamento dello specialista. Se alcuni esperti ignorano volutamente gli aspetti culturali, altri danno invece molto peso all’analisi e alla spiegazione di tali differenze. Di conseguenza, gli aspetti culturali hanno un’importanza diversa anche per il ruolo degli interpreti interculturali. Il peso da dare ai diversi temi durante il trialogo dovrebbe pertanto essere tematizzato – nel caso ideale -nel quadro di un colloquio preliminare fra lo specialista e l’interprete interculturale.
In linea di massima il compito dell’interprete interculturale è quello di garantire una traduzione completa, esatta ed adeguata di tutti i contributi al colloquio. Va sottolineato che ogni traduzione ha imperativamente anche una connotazione culturale e personale – indipendentemente da evidenti differenze “culturali”. Lo specialista ha comunque l’esigenza (e il diritto) ad una traduzione il più possibile esatta e fedele al contenuto.
Sulla base delle loro competenze specifiche e personali gli interpreti interculturali sono in grado, d’accordo, rispettivamente su richiesta dello specialista, di richiamare l’attenzione su determinate differenze culturali, risolvere possibili malintesi, spiegare e offrire il proprio aiuto. Ciò può essere molto utile soprattutto nel caso di temi fortemente emotivi o complessi (passaggio da un livello scolastico all’altro, grave diagnosi, esperienze traumatiche, ecc.). Lo specialista può trarre profitto in modo mirato dalla conoscenza dell’interprete interculturale dei vari mondi, dei modi di agire, delle supposizioni e aspettative. Tuttavia, spesso è più utile porre delle specifiche domande direttamente al proprio interlocutore che obbligare l’interprete interculturale a svolgere il ruolo di esperto culturale, situazione che potrebbe portare, in determinate circostanze, piuttosto ad una stereotipizzazione e culturalizzazione. Domande concernenti atteggiamenti e modi di agire con una connotazione “culturale”, se formulate con il dovuto tatto, indicano all’interlocutore che lo specialista si interessa al suo mondo e rispetta la sua visione delle cose. Anche questo può essere un importante contributo ad una collaborazione in una situazione di trialogo, basata sulla fiducia.
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